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Qui ad e-Atene noi facciamo cosė.

La Costa

  • Bene pubblico, sfruttamento privato

    Bene pubblico, sfruttamento privato

    Beni pubblici tra fruizione pubblica e sfruttamento privato

    di Alessandro Crociata
    Il luogo è uno dei più suggestivi della costa palermitana: lungomare di Barcarello - Sferracavallo. Ci troviamo all'interno della riserva marina di Capo Gallo.
    Coloro che hanno avuto, e hanno, la fortuna di frequentare questa parte della costa, stretta tra Isola delle Femmine e Mondello, ben sa di quale bellezza possa essere in grado di donare la natura.
    Buona parte di questa parte di costa non è stata toccata dalla edificazione selvaggia che ha visto altri tratti del litorale palermitano ormai definitivamente sfigurati. Neppure la selvaggia speculazione politica-affaristica-mafiosa degli anni '60-'70 ha intaccato questo meraviglioso luogo.
    Questo ci consente di avere un luogo "sano", una natura per lunghi tratti incontaminati, ed è un miracolo se solo si pensa agli sfregi sorti tutto intorno, che hanno reso una città protesa sul mare quasi aliena, nemica delle sue coste.
    In questo tratto di costa, direttamente sugli scogli del lungomare di Barcarello - Sferracavallo, oggi fa cattiva mostra di sé uno "stabilimento balneare", realizzato su concessione della Capitaneria di Porto, che nel tempo è stato utilizzato quale spazio attrezzato per il bagno, nelle ore diurne, e discoteca all'aperto, nelle ore notturne.
    L'impatto della struttura, per dimensioni e concreto uso che ne è stato fatto, è sempre stato insostenibile, lo è ancor di più oggi che la stessa struttura è stata abbandonata e giace lì in progressivo degrado.
    L'impatto visivo e di inquinamento dei luoghi è di facile intuito.
    Nel merito ci chiediamo il senso di consentire che tali opere siano ammesse in luoghi che dovrebbero essere di massima fruizione pubblica e fonte di sviluppo per tutta la comunità e non solo dei beneficiari di "concessioni demaniali", per guadagni di alcuni soltanto (soliti noti?).
    La Capitaneria di Porto di Palermo deve dare conto in modo trasparente degli oneri percepiti per la concessione demaniale. Oggi dei costi necessari per rimuovere la struttura abbandonata e per bonificare l'area. Deve poi spiegare perché la struttura sia rimasta montata per tanti anni e sia rimasta montata per l'intero anno solare, mentre è noto che esse vadano smontate alla fine della stagione balneare. Deve chiarire se sono state emesse sanzioni e/o provvedimenti e la loro esecuzione.
    L'uso dei beni demaniali non può essere fonte di guadagno per pochi e di costi per la collettività. Quando è così si snatura il senso e la alta funzione di tali beni e si tradisce la nostra stessa Costituzione. La tradisce in quanto nel riconoscere la libera iniziativa economica e i beni privati la Carta fondamentale prevede la possibilità della loro funzionalizzazione a fini di utilità sociale, mentre qui si ribalta il principio e si prevede la funzionalizzazione dei beni pubblici a fini di speculazione privata. E questo è inammissibile.

    Utente: ALECRO

    Pubblico
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    del 22/11/2015

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